RE LEAR E’MORTO A MOSCA

13 gennaio, Minsk.
Un furgone investe e uccide Solomon Michoels: di lui restano un orologio da polso fermo alle 10 di sera, due figlie e una moglie.

Notte tra il 23 e il 24 dicembre, Mosca. Venjamin Zuskin viene rapito nel sonno, interrogato, torturato e quattro anni dopo fucilato.
Il Grande Teatro Ebraico di Mosca, il Goset, perde così Lear e il suo Matto. Il primo e unico Lear in lingua yiddish non andrà mai più in scena.

Il mandante di questi omicidi è Iosif Stalin.
Michoels e Zuskin: due attori ebrei, due amici, condannati per aver volato troppo in alto. Colpevoli di aver immaginato un teatro d’arte fatto di canti, danze, poesie e colori in yiddish nell’Unione Sovietica staliniana.

Uno spettacolo che è anche un viaggio nella memoria, tra le tele di Chagall e i personaggi del Re Lear, per raccontare una storia vera ormai dimenticata — custodita al di là del palcoscenico, ma viva ogni volta che torna la luce in sala.