Quando? Giovedì 25 maggio
Ore? 17.00
Dove? Aula Magna dell’Istituto Vespucci Colombo in via Chiarini 1
Scriveva Tomaso Montanari nel suo primo celebre pamphlet sui temi della conoscenza e della tutela del patrimonio storico-artistico (A cosa serve Michelangelo?) che l’idea secondo cui l’Italia potrebbe diventare una grande “Disneyland culturale” alberga persino al Ministero dedicato alla conservazione e alla tutela di opere e monumenti. Nel frattempo, l’unica vera economia trainante del paese è diventata il turismo e i nostri centri storici risultano vieppiù snaturati da strutture ricettive, tavoli di bar, ristoranti e bancarelle di souvenir. Ma è davvero a questo che serve il tessuto artistico e paesaggistico che abbiamo ereditato e che stiamo deturpando? Serve solo a fare cassa?
Dodici anni dopo, in un nuovo pamphlet (Se amore guarda. Un’educazione sentimentale al patrimonio culturale) Montanari dà una risposta articolata, sostenendo che opere e monumenti riguardano anzitutto noi: “ogni sguardo posato in una chiesa antica, ogni piede che calpesta un selciato, comporta domande, risposte, interpretazioni e così, passo dopo passo, siamo in grado di dare significato a cose e luoghi fino a sentirli parte, quasi un’estensione dei nostri corpi. Dunque, il patrimonio culturale può trovare senso solo se ci permette di liberarci dalla dittatura del presente, dall’illusione di essere i padroni della storia, dalla retorica avvelenata dell’identità. Tuttavia, per vedere – per sentire – tutto questo, è necessario riattivare la sua connessione con la parte più intima della nostra anima individuale e collettiva; occorre una vera e propria educazione sentimentale”.
Di questo si parlerà con Tomaso Montanari giovedì 25 maggio alle ore 17 presso l’Aula Magna dell’Istituto Vespucci Colombo in via Chiarini 1 a Livorno.
Tomaso Montanari è storico dell’arte, saggista, docente universitario, rettore dell’Università per Stranieri di Siena. Si è sempre occupato della storia dell’arte del XVII secolo, cercando di rispondere alle domande poste dalle opere con tutti gli strumenti della disciplina: dalla filologia attributiva alla ricerca documentaria, dalla critica delle fonti testuali all’analisi dei significati, a una interpretazione storico-sociale.
Per Einaudi ha scritto la postfazione ai due volumi de Le vite de’ pittori scultori e architetti moderni di Giovan Pietro Bellocchio (2009), A cosa serve Michelangelo? (2011), Il Barocco (2012), Costituzione incompiuta (2013, con Alice Leone, Paolo Maddalena e Salvatore Settis), La libertà di Bernini. La sovranità dell’artista e le regole del potere (2016) e Contro le mostre (2017, con Vincenzo Trione); per Minimum Fax, Le pietre e il popolo. Restituire ai cittadini l’arte e la storia delle città italiane (2013); per Einaudi Velázquez e il ritratto del barocco (2018), L’ora d’arte (2019), Chiese chiuse (2021).
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