“Chi siamo noi” lo spettacolo sulla Compagnia Lavoratori Portuali
  • Ven 5 settembre 2025
Festa de L'Unità

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“Chi siamo noi” lo spettacolo sulla Compagnia Lavoratori Portuali

In scena venerdì 5 settembre alle 19,15 nello spazio spettacoli della Festa de L’Unità alla Rotonda di Ardenza

Lo spettacolo è stato prodotto nel 2023 dall’Associazione Culturale Achab col contributo del Comune di Livorno – Assessorato al Porto, della Compagnia Portuale di Livorno e della Compagnia Impresa Lavoratori Portuali.

La storia della Compagnia Lavoratori Portuali vista attraverso gli occhi di una famiglia le cui vicende illuminano l’inscindibile rapporto che per oltre quarant’anni, dalla sua fondazione ai “decreti Prandini”, ha intrecciato la storia di Livorno a quella della Compagnia. Si presenta così “Chi siamo noi” il lavoro teatrale firmato da Gabriele Benucci e Fabrizio Brandi, che ne è anche interprete, in scena venerdì 5 settembre alle 19,15 nello spazio spettacoli della Festa de L’Unità alla Rotonda di Ardenza.

Lo spettacolo è stato prodotto nel 2023 dall’Associazione Culturale Achab col contributo del Comune di Livorno – Assessorato al Porto, della Compagnia Portuale di Livorno e della Compagnia Impresa Lavoratori Portuali.

Lo strumento artistico con il quale questa storia viene raccontata è il “teatro di narrazione”, cioè quella particolare forma di messinscena che si affida al racconto di un singolo attore.  Attraverso la sua interpretazione il pubblico ascolterà le voci dei lavoratori, rivivrà le loro vicende e quelle della città e della sua inscindibile relazione con il porto. Non si tratterà di un semplice racconto dei fatti, ma di un continuo entrare e uscire dalle situazioni in cui l’attore accompagnerà il pubblico passando continuamente da narratore oggettivo a personaggio.

Il progetto teatrale vuole tenere viva una memoria storica fondamentale per Livorno: quella delle vicende, strettamente intrecciate con lo sviluppo della città, della Compagnia Lavoratori Portuali (CLP), dalla sua nascita fino alle trasformazioni successivi ai “decreti Prandini” del 1989 e alla nascita della CPL e della CILP.

Da mero strumento di gestione della manodopera portuale in epoca fascista, la Compagnia si è prima configurata come soggetto rilevante della rinascita democratica della città e poi affermata con un suo autonomo ruolo di soggetto imprenditoriale.

Nel corso del tempo ha sempre rivolto il suo sguardo all’esterno, cercando e trovando una strettissima relazione con la città, del cui tessuto sociale per lunghi anni è stata parte integrante, anche grazie ad una costante partecipazione alle sue attività sociali e culturali.

Dunque, ripercorrere la storia di questo soggetto socioeconomico cittadino significa comprendere i motivi dello stretto legame tra il porto e la sua città, gettare una luce sul ruolo fondamentale, non solo a livello operativo, ma anche sociale e culturale, giocato dalla Compagnia, comprendere lo sfondo politico su cui quest’azione ha potuto svilupparsi e dare valore alla funzione svolta per lo sviluppo dello scalo labronico.

Parlare della Compagnia significa anche parlare di lavoratori e lavoratrici che puntarono sull’autogestione per costruire il loro futuro di riscatto sociale e le cui pratiche dell’agire si sono estese col tempo dal lavoro alla politica economica, agli indirizzi politici, al sapere e alla cultura.

Lotta antifascistasostegno agli emarginatiai più deboli e ai lavoratori di altre categorieimpegno politico e socialeformazione: sono questi i punti fermi dell’azione svolta – così come li ha descritti Italo Piccini – dai lavoratori portuali nell’arco degli oltre quarant’anni intercorsi dalla fondazione della Compagnia nel ’47, alla fine del suo ruolo di esclusivista con i decreti prandiniani dell’’89.

E proprio Piccini, il Console che guidò la Compagnia dal ’63 all’89, ricordava, ormai 25 anni fa, che questi uomini e queste donne “da prestatori di manodopera sono diventati imprenditori, dall’uso delle proprie braccia sono passati al possesso dei mezzi di produzione, dai livelli culturali più bassi sono arrivati ad una costante preparazione professionale, dalla coffa ai sistemi tecnologicamente più avanzati”.

Ricerca storia, ideazione, scrittura, regia e messinscena sono state curate da Gabriele Benucci e Fabrizio Brandi che è già stato interprete di “Otto con” e “Caprilli, il cavaliere volante” dello stesso Benucci.

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