Le opere si potranno vedere all’Amedeo Restaurant in via Mayer 52 di fronte al teatro Goldoni fino al 28 giugno nel locale aperto tutti i giorni a pranzo e nel pomeriggio dalle 18 alle 24 tra un aperitivo o una cena (chiuso la domenica)
Con la quarta mostra dal titolo Fractal si conclude la prima rassegna di arte contemporanea nel dialogo tra buon cibo e cultura all’Amedeo Restaurant in via Mayer 52 di fronte al teatro Goldoni. Giovedì 5 giugno alle 18 si inaugura l’esposizione di opere a cura di Cristina Olivieri, generate dall’artista Fabio Santoro.
“Fractal” è un viaggio nel linguaggio silenzioso che pulsa nel cuore di ogni cosa. Sotto la superficie apparente della nostra realtà si nasconde una matematica visiva, una logica estetica che si ripete, instancabile, dal più piccolo cristallo all’immensità di una galassia.
“Questi quadri – spiega Santoro – che sono solo una parte delle idee e delle opere e delle sperimentazioni che arricchiranno il progetto, sono il tentativo di catturare l’eco di una trama occulta che ci avvolge, un’esplorazione dei pattern che si ripetono intorno a noi, che uniscono il cosmo al microcosmo, manifestandosi negli animali, nei minerali, nelle piante”.
Ogni opera è un fotogramma dilatato, un fermo immagine di un’evoluzione che trascende la nostra comprensione quotidiana del tempo. Quella che per noi è un’era geologica, qui diventa un battito di ciglia.
Laureato in Architettura a Roma, Fabio Santoro si è specializzato in Computer Grafica e ha cominciato ad esplorare le molteplici possibilità dei media creativi più attuali, strada che lo ha portato ben presto a lasciare l’Italia per trasferirsi a Londra, dove ho vissuto per 13 anni.
“Essere nato e cresciuto a La Maddalena, in Sardegna – dice l’artista – ha forgiato il mio legame con la natura, la connessione con il mare, oggi forte più che mai e mi ha fornito il bisogno di sognare, di immaginare un mondo oltre quell’orizzonte”.
Mondi sospesi tra il reale e il surreale, dove passato e futuro si intrecciano, con note ironiche e nostalgiche, Santoro è affascinato dal concetto di tempo. Metafore, simbolismi e allusioni, sono gli escamotage narrativi che predilige per raccontare le complesse dinamiche del nostro tempo e cercare di suscitare nello spettatore uno spunto di riflessione. Vedrete un iceberg mutare in un fungo, una conchiglia gigante dalla cui spirale si dipanano le dune di un deserto, o coralli ramificarsi fuori dall’acqua come alberi bianchi per poi svanire nell’aria sfidando il tempo.
Il suo legame con Livorno è dato dal fatto che da qualche anno Santoro si è trasferito nella nostra città dove lavora nel suo studio sempre in connessione con l’Inghilterra e la Sardegna.
Le opere si potranno vedere fino al 28 giugno nel locale aperto tutti i giorni a pranzo e nel pomeriggio dalle 18 alle 24 tra un aperitivo o una cena (chiuso la domenica).
Per informazioni sulle mostre tel 338-3451520; Amedeo Restaurant tel 375-6409444
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