Sabato 21 ottobre alle 18,30
Anna Segre, medico psicoterapeuta e poetessa, già vincitrice del Premio Camaiore 2022 con “La Distruzione dell’Amore” (ed. InternoPoesia), presenterà con Teresa Lucente la sua ultima raccolta “A Corpo Vivo” (ed. Marietti 1820) le cui letture saranno affidate all’attrice Giuditta Cambieri
Sabato 21 ottobre alle 18,30 a Livorno presso la libreria “Le cicale operose” , corso Amedeo 101- Anna Segre, medico psicoterapeuta e poetessa, già vincitrice del Premio Camaiore 2022 con “La Distruzione dell’Amore” (ed. InternoPoesia), presenterà con Teresa Lucente la sua ultima raccolta “A Corpo Vivo” (ed. Marietti 1820) le cui letture saranno affidate all’attrice Giuditta Cambieri.
E’ la stessa Segre che nell’introduzione della sua ultima opera scrive “Questo discorso amoroso spezzato in 84 poesie, che ad ogni riga vanno accapo, che si dividono per pagine, è in realtà una sola frase, pronunciata come unica fino alla fine, è una tela senza giunte, dove l’interpunzione serve solo a prendere fiato. E’ un viaggio nei processi del pensiero, nel dentro dello sperare, del volere […] Arrivare e scoprire, conoscere, esplorare. Avventurarsi, a dispetto del pericolo. C’è qualcosa di più rischioso che amare davvero qualcuno?”. Un viaggio dunque che nasce dal desiderio, che è motore di vita che rende, appunto, vivo il corpo.
Che a sua volta impara a galleggiare nelle acque malagevoli dell’oceano: non muore ma respira, non muore ma vuole “perdere gli appigli”, non muore ma gode di una “gioia primitiva/muta”.
Ecco quindi che tra le liriche compare “coso”. Quello di cui Anna Segre parla ma tace: “Non diciamolo./Non pronunciamolo/questo coso./ Che quando lo raccontiamo/lo facciamo esistere/e quando esiste/è come il genio della lampada”. E’ Franca Alaimo infatti nella prefazione a sottolineare che “l’oggetto del dire, cioè il sentimento amoroso, non trova definizioni e si rifugia nel termine approssimativo e colloquiale di ‘coso’, oppure cerca un’identificazione con un elemento già esistente in natura che gli si approssimi per vastità, mutevolezza, oppositività simbolica di vita e morte: una metafora, insomma, dell’ineliminabile conflitto all’interno di ogni relazione d’amore, ma anche di un desiderio di fusione fisica assoluta”.
Conflitto e desiderio dunque, in una danza costante che trascende leggi, scopi o protocolli e che scatena una forza tale da scavalcare recinti e trovare così una parziale rappresentazione nella musica, nella letteratura, nella spiritualità e nella poesia.
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