Mercoledì 12 marzo, alle ore 19.15, al Cinema Teatro 4 Mori, piazza Pietro Tacca, A Corto di Diritti, sei cortometraggi dal concorso Short on Rights, a cura di Amnesty International e Corto Dorico.
La proiezione è in lingua originale con sottotitoli. L’ingresso è gratuito.
Ad essere proiettati saranno i “corti”:
Eksi bir di Ömer Ferhat Özmen.
Enver è disturbato dal cattivo odore nel proprio palazzo e crede che la causa siano i nuovi inquilini del seminterrato. Inizia quindi a raccogliere le firme di tutti i residenti per allontanarli.
Ömer Ferhat Özmen, è nato nel 1993 a Bitlis (Turchia), si è laureato presso la Facoltà di Belle Arti dell’Università di Marmara, Dipartimento di Film Design.
Spider-Zan di Maryam Khodabakhsh
Negar è una giovane ragazza che perde qualcosa d’importante, causando problemi proprio nel giorno della sua cerimonia di fidanzamento.
Maryam Mirzakhan, nata nel 1977 a Teheran, è stata alunna dell’Organizzazione nazionale per lo sviluppo di talenti eccezionali di Teheran. Nel 2014 si aggiudica la Medaglia Fields a Seoul (il premio è considerato il Nobel per la matematica, per ottenerlo accorre avere meno di 40 anni). È morta a causa di un tumore nel 2017 nel giorno del suo quarantesimo compleanno.
Burul di Adilet Karzhoev
Il cortometraggio è una curiosa finestra su un mondo ignoto, uno scorcio di neanche quindici minuti su una parte del nostro pianeta che raramente passa sotto i riflettori, almeno quelli occidentali. In una zona rurale del Kirghizistan, una studentessa delle scuole superiori (Adema Iskenderova) nutre una forte passione per il wrestling.
Adilet Karzhoev è il presidente e professore associato del dipartimento Television, Cinema, and Media Arts presso l’American University of Central Asia. Ha conseguito un Master of Arts in Journalism presso l’American University of Central Asia (2019, Kirghizistan) e una laurea in Communications presso il Department of Radio, Television, and Cinema Arts presso la Kyrgyz-Turkish Manas University (2011, Kirghizistan).
Plastico di David Harriman e James Bettney
Nella provincia di Almería, in Spagna, esiste un mare di teli di plastica che crea la più grande concentrazione di serre al mondo. Gli invernaderos (come sono chiamati in spagnolo) coprono oltre 150 miglia quadrate e sono visibili a occhio nudo dallo spazio. Ogni anno viene prodotto un’enorme quantità di rifiuti plastici (stimata in oltre 30.000 tonnellate). Queste serre sono gestite da un esercito di migranti africani che lavorano in condizioni di calore estremo durante i mesi estivi.
David Harriman, originario del nord dell’Inghilterra, è un fotografo di fama internazionale il cui lavoro si concentra su questioni sociali e ambientali, come la migrazione e l’urbanizzazione. Le sue fotografie hanno vinto numerosi premi e sono state esposte in gallerie nazionali nel Regno Unito e negli Stati Uniti.
James Bettney, anch’egli originario del Nord dell’Inghilterra e attualmente residente a Barcellona, è un artista interdisciplinare che lavora nella fotografia, nel cinema e nell’illustrazione. Laureato alla Glasgow School of Art, ha creato il documentario Written in their Karma, che mette in luce le lotte delle donne vedove in Nepal, in collaborazione con l’ente di beneficenza ‘Women for Human Rights’.
An orange from Jaffa di Mohammed Almughanni
Mohammed è tornato in Palestina per una breve visita, con una carta di soggiorno temporanea e la promessa di un futuro tranquillo. Farouk, invece, è un tassista condannato a vivere in uno dei luoghi più pericolosi al mondo. Quando le loro vite s’incrociano, emergono differenze nette, creando tensioni difficili da gestire. Riusciranno Mohammed e Farouk a superare ciò che li divide di fronte all’arroganza dei soldati israeliani?
Nato a Gaza nel 1994, Mohammed Almughanni trasforma la sua storia personale in un’avvincente testimonianza sull’assurdità di ogni conflitto e su quanto sia dura da decenni la vita quotidiana della popolazione palestinese.
The strange case of the Human Cannonball di Roberto Valencia (Beto Val)
Il cortometraggio ecuadoregno racconta con amara dolcezza il dramma della migrazione, rielaborata in chiave favolistica e, con la magia dell’animazione, profondamente poetica.
Roberto Valencia (Beto Val) è uno scrittore di storie per bambini, pubblicista e artista digitale. Ha lavorato per più di 20 anni come direttore creativo in diverse agenzie di comunicazione a Quito-Ecuador. The Strange Case of the Bullet Man è il suo primo cortometraggio come regista e sceneggiatore contemporaneamente, oltre a essere responsabile del coordinamento generale della direzione artistica.
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